Persone non binarie: la decisione della Corte Costituzionale

La sentenza 143/2024 della Corte Costituzionale italiana ha affrontato due questioni principali sollevate dal Tribunale di Bolzano riguardanti i diritti delle persone che non si riconoscono nel genere binario maschile o femminile.

Prima tra queste il riconoscimento del “terzo genere”: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale relativa alla mancata previsione di un “terzo genere” nella legislazione italiana. La Corte ha sottolineato infatti che un eventuale riconoscimento di un genere diverso da maschile e femminile comporterebbe un cambiamento sistemico nell’ordinamento giuridico, che richiederebbe un intervento legislativo specifico. Pertanto la Corte ha ritenuto che non fosse di sua competenza introdurre tale nuova categoria.

In secondo luogo la Sentenza ha affrontato il caso dell’autorizzazione giudiziale per interventi chirurgici di rettificazione: la Corte ha dichiarato incostituzionale l’articolo 31, comma 4, del d.lgs. n. 150 del 2011, che richiedeva l’autorizzazione del Tribunale per interventi medico-chirurgici di adeguamento dei caratteri sessuali. La Corte ha considerato questa norma irragionevole, alla luce delle evoluzioni giuridiche che non considerano più obbligatoria l’autorizzazione giudiziale all’intervento chirurgico per la rettificazione del sesso. Questo riconoscimento facilita l’accesso ai trattamenti medico-chirurgici, eliminando l’obbligo di un’autorizzazione giudiziale. Apparirebbe d’altronde incoerente la disparità di trattamento fra chi debba sottoporsi a un intervento chirurgico di modificazione dei caratteri sessuali per una disforia di genere e chi debba sottoporsi a un intervento chirurgico di altra natura, in quanto nel primo caso, oltre alla valutazione sanitaria, occorre ottenere anche l’autorizzazione del Tribunale.

La sentenza evidenzia la crescente sensibilità verso le identità di genere non binarie, ma sottolinea anche la necessità di un intervento legislativo per il riconoscimento di un genere “altro”. Al contempo, semplifica l’accesso ai trattamenti di rettificazione del sesso, riducendo l’onere burocratico per le persone transessuali.

Marcotto Francesca – PCTO luglio-agosto 2024

LEGGI LA SENTENZA https://www.cortedicassazione.it/it/quc_dettaglio.page?contentId=QUC33092#:~:text=143%20del%2023%20luglio%202024,la%20rettificazione%20del%20sesso%20da

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